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GLOSSARIO

Il Glossario contiene i termini più utilizzati nell' ambito della biochimica e della farmacologia dei cannabinoidi. Questi sono utili a chi si avvicina per la prima volta ai cannabinoidi terapeutici per comprendere meglio gli studi scientifici.

A

Acido, cannabidiolico (CBDa): è un cannabinoide minore con proprietà antinfiammatorie, antiproliferative, antiemetiche. Il CBD è considerato un metabolita secondario della Cannabis sativa, mentre in realtà è un artefatto che si forma per decarbossilazione non enzimatica dell'acido cannabidiolico (CBDa) durante l'essiccazione.

Acido, ∆1-tetraidrocannabinolico (THCa): precursore del THC, che viene prodotto dalla decarbossilazione per riscaldamento del THCa. Quest’ultimo non è psicoattivo ed esistono applicazioni terapeutiche o di integrazione alimentare con THCa e altri acidi cannabinoidi non decarbossilati. Il THCa si trova in abbondanza nella cannabis e dimostra azione antinfiammatoria, antispasmodica e sedativa.

Agonista, Antagonista: molecola che lega un recettore biochimico dell'organismo nel sito destinato al ligando endogeno. L'agonista o l'antagonista mima gli effetti biochimici del ligando con risultati simili, inferiori o superiori. Si definisce agonista un farmaco che legandosi ad un recettore provoca una risposta biologica. Antagonista è un farmaco che legandosi ad un recettore non provoca una risposta biologica, può tuttavia avere un effetto impedendo il legame a quel recettore, di una sostanza endogena.

Aneddotica (in medicina): serie di successi terapeutici testimoniati da pazienti non all'interno di programmi di studio controllati e validati. I risultati, anche se prodotti da ricerche non ufficiali possono avere ugualmente valore scientifico. La maggior parte delle medicine antiche o alternative si basa sull'aneddotica.

Anandamide: è un endocannabinoide, cioè una molecola endogena che agisce sul sistema endocannabinoide. In particolare l'anandamide agisce come modulatore neuronale sul recettore CB1 in modo paragonabile al THC.

Aminoacidi: sono le basi biochimiche delle proteine e sono necessari per il rinnovamento delle cellule. Intervengono inoltre nella produzione di altre sostanze, come i neurotrasmettitori e gli ormoni. Svolgono un ruolo nella produzione di energia in un organismo sotto sforzo. Durante la digestione le proteine animali o vegetali sono scomposte in aminoacidi che servono a costruire nuove proteine nel nostro organismo. Gli aminoacidi non essenziali sono prodotti dal nostro corpo, mentre gli aminoacidi essenziali devono essere assunti con l’alimentazione. Gli aminoacidi condizionali possono diventare essenziali in caso di malattie o stress. In questi casi devono essere reintegrati con supplementi alimentari.

Antiossidanti: sostanze che rallentano le reazioni chimiche di ossidazione provocate dai radicali liberi. I processi di ossidazione sono normali e necessari in tutte le specie viventi ma sono anche dannosi. I radicali liberi sono prodotti dal nostro stesso metabolismo e innescando una catena di reazioni ossidative possono danneggiare diversi tipi di cellule causando invecchiamento e condizioni patologiche. I composti chimici antiossidanti sono in parte sintetizzati dagli organismi animali o vegetali e in parte assunti attraverso l’alimentazione. La maggior parte degli antiossidanti si trova in alimenti vegetali come frutta, ortaggi, legumi, semi e cereali.

Apoptosi e Autofagia: l'apoptosi è una morte cellulare fisiologica o indotta delle cellule non più pienamente funzionali. Questo mantiene in equilibrio omeostatico l'organismo ma l'apoptosi può anche essere conseguenza di patologie. Nell'apoptosi si producono enzimi che distruggono le cellule e nel caso di autofagia i residui vengono smaltiti da altri enzimi. L'autofagia avviene in genere nei casi di carenza nutritiva delle cellule. Un'apoptosi eccessiva può portare a malattie neurodegenerative, mentre un'apopotosi scarsa può portare a neoplasie. Autofagia e apoptosi possono risultare sinergiche o in contrasto fra loro. Entrambi sono processi biochimici diversi dalla necrosi cellulare, che risulta da traumi o stress.

B

Biodisponibilità: percentuale di sostanza somministrata in grado di raggiungere la circolazione sistemica senza subire modifiche chimiche. La massima biodisponibiltà si ottiene per via endovenosa.

Cannabicromene (CBC): finora poco studiato ma promettente come analgesico, antinfiammatorio, antivirale, antibatterico e antitumorale. Non è psicoattivo ma sembra più potente del CBD contro i sintomi dell’ansia. Esistono possibilità di un’azione neurogenerativa.

C

Cannabis, canapa alimentare, canapa industriale: varietà della stessa specie botanica che si differenziano per gli obiettivi di produzione: cannabinoidi o proteine e altri componenti dei semi, oppure fibre per molteplici utilizzi.

Cannabidiolo (CBD): il cannabidiolo ha un campo di applicazioni attuali e potenziali superiore a quello del THC. In alcune nazioni è incluso nelle liste dei farmaci orfani per particolari patologie. Alla luce delle recenti ricerche scientifiche i genetisti hanno cominciato a selezionare varietà di cannabis con alto contenuto di CBD. Questo cannabinoide si trova in piccola quantità anche nella canapa per uso alimentare. Deriva dalla decarbossilazione dell’acido cannabidiolico CBDa. Le ricerche sul CBDa evidenziano proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, antiemetiche e antiproliferative. AZIONE DEL CANNABIDIOLO Il CBD è un agonista dei recettori cannabinoidi GPR55, dei vanilloidi TRPV1 e TRPV2 e della serotonina 5-HT1a. È antagonista dei neurotrasmettitori oppioidi e dei recettori cannabinoidi CB1 e CB2. Non si lega ai recettori CB1 presenti nel sistema nervoso centrale e agisce su diversi canali neuronali rispetto al THC. Per questi motivi non risulta psicoattivo e non altera le funzioni percettive, psicologiche e psicomotorie. L’aneddotica e gli studi clinici o su cavie di laboratorio hanno dimostrato effetti analgesici, sedativi, antipsicotici, antiepilettici, antidistonici, antinfiammatori, miorilassanti. È in grado di ridurre la pressione endooculare e ha dimostrato attività antiossidante. I risultati clinici ottenuti finora come antispasmodico e ansiolitico sono molto promettenti.

Cannabidivarina (CBdV): la cannabidivarina (CBdV) è un cannabinoide simile al CBD da un punto di vista chimico. È una sostanza ancora poco conosciuta in ambito medico e si trova in quantità significative solo in alcune varietà di cannabis. Non è psicoattiva e non rientra nelle tabelle delle sostanze stupefacenti. Gli studi oggi disponibili hanno dimostrato l’esistenza di un canale d’azione neuronale della CBdV che determina effetti anticonvulsivi, modulando l’attività epilettica sia nell’ampiezza, sia nella durata delle sindromi. Sono in corso studi con risultati promettenti sull’utilizzo combinato di CBD e CBdV. Ricerche di laboratorio indicano che i recettori neuronali coinvolti nell’azione antiepilettica della cannabidivarina sono quelli di tipo TRP, come i vanilloidi TPRV1, quindi differenti dai recettori CB1 e CB2 attivati dai principali cannabinoidi THC e CBD. Esiste un nuovo interessante studio sull’azione dei cannabinoidi sui canali TPRV1 compiuto dal Endocannabinoid Research Group del CNR di Napoli. Una ricerca del gruppo di Vincenzo di Marzo sull’azione modulatrice di CBD e CBdV sui recettori neuronali coinvolti nelle forme epilettiche dimostra l’effetto entourage dei due cannabinoidi. Uno studio pubblicato sul British Journal of Pharmacology riconosce l’attività anticonvusiva della cannabidivarina nelle cavie di laboratorio. Studi su cavie hanno inoltre dimostrato che la cannabidivarina svolge azione contro la nausea, beneficio portato anche da altri cannabinoidi come THC e THCV. Anche se i risultati ottenuti sui topi non possono considerarsi validi su pazienti umani, gli studi sulla CBdV come anticonvulsivo privo di effetti collaterali sulle funzioni motorie sono molto promettenti. Un farmaco con CBdV contro l’epilessia si trova ora nelle fasi finali di test clinici e la GW Pharmaceuticals ha brevettato per 15 anni untrattamento contro l’epilessia a base di cannabidivarina. La modulazione dei recettori vanilloidi da parte della cannabidivarina ha portato ad altre ricerche: vediamo ancora il gruppo di Vincenzo di Marzo impegnato in uno studio sull'azione antinfiammatoria della CBdV sul tratto gastrointestinale. Questa indicazione scientifica apre nuove possibilità per la cura di patologie come il morbo di Crohn. Troviamo infine una tesi di laurea che porta interessanti esperimenti con la CBdV nei tumori del sistema nervoso centrale: "La CBDV induce una significativa riduzione concentrazione-dipendente della vitalità cellulare di cellule U87 del glioma e tale effetto antiproliferativo non è mediato né dai recettori cannabici CB1 e CB2 né dal recettore vanilloide TRPV1. La CBdV sembra inibire non solo la capacità delle cellule tumorali di migrare, ma anche la loro capacità invasiva. Nella linea di glioma umano U87, anche il cannabinoide non psicoattivo CBdV possiede un significativo effetto antiproliferativo, antimigratorio e antinvasivo".

Cannabigerolo (CBG): è presente in quantità piccole e mutevoli nella pianta ma è strettamente legato ai processi che sviluppano i cannabinoidi principali. Agisce come debole antagonista del recettore CB1, mitigando quindi l’azione psicoattiva del THC. Interviene anche sui recettori coinvolti nella produzione di serotonina e adrenalina. Non ha effetti psicoattivi ed è fra le rare sostanze con azione neurogenica nelle cellule cerebrali. Ha mostrato effetti antibatterici, antitumorali e sedativi. Alcuni studi indicano un'azione sulla ricrescita del tessuto osseo. Sembra avere effetto antiepilettico. L'interesse crescente per questo cannabinoide sta portando a sviluppare nuove varietà con elevato contenuto di CBG. Fa parte di un gruppo di cannabinoidi che contiene anche CBGA, CBGV, CBNA, CBNVA, CBGM, CBGAM.

Cannabinoidi: i cannabinoidi sono molecole di idrocarburi che si legano con i recettori CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide. I fitocannabinoidi hanno origine vegetale, mentre quelli prodotti dal nostro corpo sono chiamati endocannabinoidi. Esistono anche numerosi cannabinoidi di sintesi sviluppati dalle società farmaceutiche. Le ultime richerche sembrano indicare possibili sintomi e sindromi da carenza o sbilanciamento dei cannabinoidi prodotti dall'organismo umano. Gli endocannabinoidi finora scoperti sono: anandamide, arachidonoilglicerolo, noladin, virodamina, N-arachidonoildopamina. La scienza conosce circa un centinaio di fitocannabinoidi e la ricerca sulle loro proprietà si trova ancora ai primi passi. La pianta di cannabis produce cannabinoidi insieme a terpeni, flavonoidi e altre molecole nella resina contenuta nei tricomi e nei pistilli delle sue infiorescenze.

Cannabinolo: questo cannabinoide è il risultato dell’ossidazione del THC. Il CBN è un agonista del recettore cannabinoide CB2 ed è debolmente agonista del CB1. Risulta quindi leggermente psicoattivo, in misura molto inferiore rispetto al THC. Sembra però esercitare un’azione di miglioramento della qualità del sonno. Ha effetto analgesico, sedativo, antibatterico, antiemetico, anticonvulsivo antinfiammatorio, antiproliferativo. Non rientra nelle tabelle di sostanze controllate.

Cannabinoidi, azioni: dalla stimolazione biochimica con molecole che fungono da neurotrasmettitori per i recettori CB1 deriva un’azione antiemetica, antiossidante, ipotensiva, immunosoppressiva, antinfiammatoria, analgesica, antispastica. La stimolazione dei recettori CB2 ha un’azione antinfiammatoria e modulatrice del sistema immunitario. L’attivazione dei recettori CB1 può anche determinare effetti psicotropi. Alla base della ricerca medica sulla cannabis sta la capacità dei cannabinoidi di “mimare” l’azione di alcune molecole del nostro corpo in condizioni critiche e patologiche. Queste molecole attivano risposte endogene all’aggressione, determinando ad esempio l’autofagia delle cellule tumorali o il rilassamento del tono muscolare. La sfida della cannabis terapeutica nei prossimi anni sta nel puntare ai recettori CB1 e CB2 con i cannabinoidi più appropriati nelle modalità di somministrazione più efficaci per ciascuna singola condizione. L’effetto dei cannabinoidi non sembra però limitato solo ai propri specifici recettori e la ricerca sta scoprendo nuovi canali d'azione.

CO2 supercritica: lo stato supercritico indica una condizione di temperatura e pressione nella quale una sostanza chimica presenta alcune caratteristiche dei liquidi insieme ad altre proprie dei gas. A questo stato l'anidride carbonica può essere utilizzata come solvente per estrarre oli essenziali e principi attivi da materiale vegetale. L'estrazione industriale a CO2 supercritica è considerata efficiente, sicura e a basso impatto ambientale.

Dopamina: neurotrasmettitore e neuro ormone endogeno prodotto in diverse aree del cervello e dell'ipotalamo. svolge ruoli nei processi cognitivi, remunerativi e nella memoria, nel sonno, nell'umore e nell'attenzione.

D

Entourage, effetto: nell’assunzione di cannabis per scopi medicinali, il risultato terapeutico della combinazione fra diversi terpeni e cannabinoidi è chiamato effetto entourage. I primi studi che intuivano l'esistenza di altri principi attivi oltre ai cannabinoidi risalgono al 1974, mentre le ricerche più importanti sono pubblicate nel 2010 dallo studioso Ethan B. Russo. Questi studi hanno dimostrato sia i legami dei terpeni con neurotrasmettitori come i recettori CB1 e CB2, sia la loro azione sulla permeabilità cellulare. Quest'ultima proprietà può risultare importante per modulare l’assimilazione di altri principi attivi: ad esempio il limonene consente in alcuni casi di ridurre la dose necessaria di THC grazie alla sua azione di aumento della moderata biodisponibilità dei cannabinoidi. I terpeni possono anche influenzare la produzione endogena di dopamina e serotonina, modificando gli stati dell'umore. In sintesi l’effetto entourage fra terpeni e cannabinoidi è in grado dimodificare e potenziare l’azione delle singole molecole. Questo spiega il motivo per cui i derivati organici della pianta di cannabis con il loro mix naturale di principi attivi risultano più efficaci rispetto ai cannabinoidi sintetici.

E

Estrazione: processo di separazione di uno o più composti chimici di interesse dalla loro matrice organica, animale o vegetale. Nel caso della cannabis vengono estratti cannabinoidi, oli e terpeni dalle infiorescenze mature.

Endocannabinoidi: sono una nuova classe di messaggeri lipidici accomunati dalla capacità di interagire con i recettori cannabinoidi presenti in quasi tutti gli animali nel sistema endocannabinoide.

Endocannabinoide, sistema: dalla scoperta del sistema endocannabinoide è nata la ricerca moderna sulla cannabis terapeutica, che riparte oggi con la fine degli 80 anni proibizionisti dopo millenni di applicazioni medicinali fra molti popoli del mondo. Nella farmacologia occidentale la cannabis è stata introdotta nel 1800 dallo studioso William Brooke O'Shaughnessy, dopo aver validato scientificamente i risultati della medicina indiana e aver scoperto nuove applicazioni terapeutiche. Il sistema endocannabinoide è presente in quasi tutte le specie animali. È un gruppo di molecole che fungono da messaggeri e recettori per controllare con la loro attivazione numerose funzioni vitali. Il sistema endocannabinoide è coinvolto nella comunicazione fra le sinapsi neuronali che controllano memoria, appetito, stati d’animo, dolore, crescita e sviluppo. Le interazioni di questo sistema concorrono a mantenere il corpo in equilibrio omeostatico regolandone le funzioni metaboliche.

Etnobotanica: è una scienza che studia l'uso delle piante in culture geopoliticamente differenziate preservando conoscenze e attività, riportando vicende storiche, usanze, costumi e forme linguistiche.

Equilibrio omeostatico: l'omeostasi è la tendenza al raggiungimento di un equilibrio stabile nelle proprietà chimiche e fisiche di animali e vegetali. Negli organismi sani lo stato di equilibrio si mantiene naturalmente grazie a meccanismi autoregolatori biochimici. Nel corpo umano l'omeostasi riguarda molti parametri vitali come temperatura, acidità del sangue, metabolismo degli zuccheri, rinnovamento cellulare. Il sistema endocannabinoide gioca un ruolo importante nel mantenimento dell'equilibrio omeostatico.

Flavonoide: composto polifenolico metabolita secondario della pianta che possiede 15 atomi di carbonio. E' un nutriente del gruppo Vitamina P e solitamente riconoscibile come pigmento la cui colorazione dipende dal pH. Ai flavonoidi sarebbero attribuite interessanti attività farmacologiche.

F

Fitocomplesso: è un insieme di componenti chimici vegetali non riproducibili con sintesi di laboratorio. I fitocomplessi benefici per l’organismo sono contenuti in frutta, verdura e piante officinali. Questi complessi biochimici contengono principi attivi sul piano farmacologico combinati con altre sostanze che ne aumentano le azioni benefiche. Le modalità di azione dei fitocomplessi non sono completamente riconosciute con metodo scientifico ma la fitoterapia si basa proprio sulla maggiore efficacia del fitocomplesso rispetto al farmaco sintetico equivalente.

Fitoterapia: pratica di utilizzo delle piante e degli estratti vegetali per la cura di malattie o per il mantenimento dello stato di benessere. La medicina popolare di tutte le etnie del mondo ha utilizzato da sempre pratiche di fitoterapia. Molte pratiche fitoterapiche con i relativi preparati erboristici o galenici sono state riconosciute con metodo scientifico e circa un terzo dei farmaci in commercio deriva da sostanze di origine vegetale.

Immunitario, sistema: il sistema immunitario è un complesso insieme di numerosi organi, tessuti e cellule circolanti in tutto il corpo all’interno del sistema linfatico. Questo sistema è in grado di rilevare le infezioni prodotte da virus, batteri o parassiti e di intervenire a difesa dell’organismo producendo cellule per la difesa immunitaria chiamate anticorpi. Queste cellule sono in grado di degradare o distruggere gli agenti esterni dannosi e si suddividono in linfociti e macrofagi.

G
I
H

Immunoglobuline: molecole proteiche con funzioni di anticorpi e prodotte da linfociti come risposta ad agenti infettivi. A dosi elevate hanno azione immunomodulante e sono quindi utilizzate per la prevenzione e la cura di infezioni o patologie dei sistema immunitario.

Immunostimolante: sostanza che agisce sul sistema immunitario provocando un aumento dei livelli di difesa. Alcune piante officinali come la echinacea e l’aloe vera contengono componenti che stimolano le ghiandole linfatiche a produrre anticorpi.

Immunomodulante: sostanza chimica o biochimica in grado di aumentare o diminuire le risposte immunitarie dell’organismo e la conseguente produzione di cellule anticorpi.

Ligando: è un atomo, ione o molecola che si lega con atomi, ioni o molecole detti "centrali" per formare un complesso chimico. Questi complessi sono spesso reversibili, cioè possono separarsi e il componente centrale può tornare allo stato iniziale.

Metabolismo: insieme delle reazioni chimiche interne agli organismi viventi che determinano crescita, riproduzione e risposte a stimoli esterni. I processi metabolici di trasformazione biochimica delle sostanze avvengono grazie all’apporto di energia e alla presenza di enzimi. Le tre principali classi di sostanze trasformate nel metabolismo di piante e animali sono gli aminoacidi, i carboidrati e i lipidi (grassi).

L
M

Molecola: la più piccola parte in cui può essere suddivisa una sostanza conservandone le proprietà chimiche. Si compone di almeno due atomi uniti fra loro con la condivisione di coppie di elettroni per formare un legame chimico.

Neurotrasmettitore: molecola che trasporta informazioni fra cellule del sistema nervoso come neuroni e glioni. In queste cellule si trovano dei recettori che attivano specifiche risposte biochimiche a seguito di impulsi dai neurotrasmettitori.

N

Nutraceutica: da "nutrizione" e "farmaceutica" indica lo studio, la raccolta e la produzione di sostanze naturali per offrire diete, prodotti e integratori alimentari in grado di apportare benefici per la salute.

Officinale: pianta utilizzata per la preparazione di rimedi o specialità medicinali. Un preparato officinale è un farmaco o un parafarmaco realizzato in laboratorio.

O

Olio di canapa: olio estratto dai semi di canapa alimentare. Ha un elevato valore nutrizionale ma solitamente non contiene cannabinoidi in misura significativa.

Olio concentrato, olio essenziale, tintura: prodotti dell'estrazione di oli, resine e altri composti da materiale vegetale, ad esempio dalle infiorescenze della cannabis. Esistono diverse tecniche ma quelle maggiormente consigliate dalla comunità medica utilizzano olio di oliva, CO2 supercritica o alcol alimentare.

Panacea: termine della mitologia greca utilizzato per descrivere piante a cui sono attribuite grandi proprietà terapeutiche.

P

Panacea: termine della mitologia greca utilizzato per descrivere piante a cui sono attribuite grandi proprietà terapeutiche.

Precursore: un composto si definisce precursore quando forma una nuova molecola dopo una reazione chimica con altri elementi. Nella cannabis alcuni cannabinoidi e terpeni sono precursori di altri, che si sviluppano in determinate condizioni. Ad esempio il THCA è precursore del THC.

Psicoattivo, psicotropo: composto chimico in grado di alterare le funzioni mentali modificando in diversa misura le capacità psichiche, cognitive e motorie. Le sostanze psicoattive possono determinare assuefazione o dipendenza.

Recettore: è una molecola proteica che si lega con un'altra chiamata ligando (Ad esempio CB2 con CBD) causando una reazione biochimica e inducendo una risposta cellulare nell'organismo. Esistono numerosi tipi di recettori che diventano bersagli specifici dei farmaci per attivare risposte terapeutiche.

R
Q

Recettori, endocannabinoidi: i recettori sono proteine o altre molecole che si legano con sostanze specifiche prodotte dall’organismo o assunte dall’esterno causando risposte cellulari ed effetti biochimici. L’uomo possiede diversi tipi di recettori e quelli denominati CB1 e CB2 si legano ai cannabinoidi. I recettori CB1 si trovano nell'encefalo, nel cervelletto, nell'ippocampo e in altre aree del sistema nervoso. È presente una bassa densità di recettori cannabinoidi anche in polmoni, fegato, reni e genitali. I recettori CB1 sono assenti nelle parti che controllano le funzioni respiratorie e cardiovascolari. I recettori CB2 si trovano in misura minore nel sistema nervoso centrale e sono maggiormente presenti nel sistema immunitario.

Sinapsi: struttura biochimica specializzata nella comunicazione tramite recettori fra cellule del sistema nervoso o con altre cellule (muscolari, sensoriali, endocrine). Nei vertebrati sono prevalenti le sinapsi chimiche, mentre negli organismi più semplici sono elettriche.

Tricomi: strutture cellulari crescenti da gambi e foglie sotto forma di piccoli funghi o peli. Hanno differenti funzioni biochimiche. Nella cannabis sono visibili a occhio nudo come una brina o peluria biancastra. Costituiscono sono la parte della pianta dove viene prodotta la maggiore quantità di resina. Questa resina è costituita da terpeni e cannabinoidi.

S
T

Terpeni: i terpeni appartengono agli idrocarburi organici e sono le principali sostanze chimiche che determinano gli odori. Tutti i vegetali si distinguono per il loro particolare profilo terpenico, compresa frutta, verdura e cannabis. I terpeni estratti dalle piante sono i componenti più importanti degli oli essenziali utilizzati in fitoterapia, alimentazione, cosmetica, igiene della casa e industriale. Nei vegetali i terpeni sono coinvolti nella sintesi di vitamine, ormoni, oli e resine. Svolgono anche ruolo di difesa contro parassiti e predatori. Nella cannabis i terpeni sono prodotti nei tricomiinsieme ai cannabinoidi e costituiscono fino al 20% degli oli estraibili dalla pianta. La produzione di terpeni varia notevolmente con le condizioni ambientali, anche all’interno di una stessa varietà. La cannabis resta fra le piante con maggiore complessità di terpeni, da cui derivano i caratteristici aromi.

Terpeni, uso terapeutico: i terpeni esercitano il loro effetto sul nostro organismo sia a piccole, sia a grandi concentrazioni. Gli usi terapeutici ne prevedono l'inalazione o l'ingestione. Dagli studi scientifici alcuni terpeni risultano antimicrobici, anticancerogeni, antiossidanti, analgesici, antinfiammatori, rilassanti muscolari, antidepressivi, ansiolitici e sedativi, vasocostrittori oppure vasodilatatori, esaltatori percettivi. Alcuni possono risultare repellenti per gli umani o per animali e parassiti. Altri si legano debolmente con i recettori neuronali oppure modificano la permeabilità delle membrane cellulari.

Tetraidrocannabinolo: prima delle recenti scoperte scientifiche sul CBD, il tetraidrocannabinolo è stato il cannabinoide più studiato dai ricercatori. I primi utilizzi riconosciuti dalla farmacologia riguardavano il trattamento degli effetti collaterali della chemioterapia e della spasticità muscolare causata dalla sclerosi multipla. Oggi le evidenze scientifiche e una vasta aneddotica hanno reso sempre più diffuso il suo utilizzo terapeutico in sostituzione o integrazione di altri trattamenti. Nella pianta il THC è presente sotto forma del suo precursore acido tetraidrocannabinolo THCa. La decarbossilazione per riscaldamento del THCa lo trasforma in THC e ne attiva le proprietà psicotrope. Esistono diverse applicazioni terapeutiche o di integrazione alimentare a base di acidi cannabinoidi non decarbossilati e quindi non psicoattivi.

Tetraidrocannabinolo, azione: il THC mima l’azione dell’anandamide, un neurotrasmettitore endocannabinoide prodotto dall’organismo di mammiferi e altri animali. È un agonista sia dei recettori cannabinoidi CB1, situati in prevalenza nel sistema nervoso centrale, sia dei recettori CB2 diffusi nel sistema immunitario. Al contrario, il CBD non si lega in alcun modo coi recettori CB1. La scoperta dei nostri specifici recettori dei principi attivi della cannabis ha portato gli scienziati a individuare ilsistema endocannabinoide e i cannabinoidi prodotti naturalmente dall’organismo. Questi interagiscono chimicamente con i fitocannabinoidi prodotti dalla cannabis. Negli studi clinici e in vitro il THC ha evidenziato proprietà antiemetiche, anticonvulsive, antipsicotiche, antinfiammatorie, anti-tumorali, antiossidanti, analgesiche. Esiste una vasta aneddotica in continuo aumento su condizioni patologiche anche gravi trattate con la cannabis per scelta dei pazienti stessi. Questo fenomeno ha guidato molte ricerche, che nella maggior parte dei casi hanno confermato scientificamente i risultati positivi ottenuti dai pazienti.

Tetraidrocannabivarina (THCv): riduce l’appetito. È studiato per applicazioni contro diabete e morbo di Parkinson, controllo del peso e azione antinfiammatoria.

Tocoferolo: uno dei diversi tipi di vitamina E. Il tocoferolo è un nutriente fondamentale per l’uomo ed è un potente antiossidante con azione simile alla vitamina C. Si trova nella frutta, nell’olio di canapa e di oliva, nel germe di grano.

TPRV1: recettore neuronale che comunica al cervello le sensazioni di calore e dolore. Sembra essere coinvolto nell'insorgenza e nello sviluppo di alcune forme di epilessia.

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